Un nano, un eunuco, un paraplegico e un bastardo

2011/08/03 § 2 commenti

ACHTUNG! Quanto segue contiene una modica quantità di spoiler. Se avete già visto Game of Thrones, allora siete al sicuro e vi potete rilassare. Se non lo avete ancora visto, invece, siete di fronte a una delle tante scelte della vita: potreste smettere di fare quello che state facendo (seriamente. Tanto se siete a leggere un blog, per di più ad agosto, probabilmente non state facendo niente d’importante), recarvi alla baia dei pirati, procurarvi la prima serie e guardarla nei prossimi giorni: ne vale la pena; altrimenti potreste anche continuare a leggere: come già detto, lo spoiler è modico. Insomma, non più di un qualsiasi trailer.

 
Quando nella vita succede qualcosa di speciale, c’è spesso un tipo che dice: “sembra di essere in un film”. Ma quando in un mondo immaginario accade qualcosa di particolarmente prosaico, ordinario e discutibile, c’è spesso un folletto che dice “sembra di essere in Game of Thrones“.

Si tratta di una serie TV che è riuscita nell’impresa di venire allo stesso tempo catalogata come “fantasy”1 ed elogiata da Foreign Policy perché, tra le altre cose, contiene un numero sorprendente di lezioni di politica estera. Trovarle un genere è impossibile, oltreché inutile. Invece apprezzarla è facilissimo, e una delle ragioni per farlo sta nei suoi splendidi personaggi “difettosi”.

Ce ne sono quattro. Una spanna sopra tutti – e lo scrivo senza ironia – si erge il nano Tyrion Lannister: eccezionale. Più in ombra, per sceneggiatura e per scelta, si aggira silenzioso l’eunuco Varys. Poi ci sono il giovane Bran Stark, che perde l’uso delle gambe nel corso della storia, e il suo fratellastro Jon Snow, sano come un pesce, il quale deve però convivere col peso d’essere un figlio illegittimo.

"The Imp" Tyrion Lannister, interpretato da Peter Dinklage

Ognuno di loro ha abbracciato il suo handicap e vi è sceso a patti.2 Tutti dimostrano, in modi molto diversi, uno spessore, una sensibilità (tra l’altro il bastardo ricorda parecchio l’anima candida Damiano Tommasi) e un equilibrio interiore che invece mancano a molti dei personaggi di sana e robusta costituzione e inappuntabile genealogia. Non che siano necessariamente buoni – il nano e l’eunuco certamente no -, ma sono umani e compiuti nella loro imperfezione, senza esserne vittima, e senza neppure essere vittime in termini assoluti.

E non è affatto facile trovare personaggi che portano un handicap senza che questo li caratterizzi o sovrasti. Senza andare a ripescare Cyrano o Quasimodo, Alfred Hitchcock costruì un intero film attorno al fatto che James Stewart fosse temporaneamente immobilizzato davanti a una finestra su un cortile. In tempi più recenti, anche il grande John Locke di Lost diventa patetico e insicuro sulla sua sedia a rotelle, e il suo legame con l’isola – ah, l’isola! – deriva anche dal fatto che lì riesce a camminare. Il prof. Charles Xavier è forse quello che meglio convive con la propria paraplegia, ma si tratta di un genio con superpoteri psichici: a pensarci era difficile che fosse altrimenti.

In Game of Thrones questo non accade, ed è uno dei motivi del realismo e della bellezza di questa serie. In quel mondo crudo, un nano, un eunuco, un paraplegico e un bastardo sopravvivono andando oltre il proprio difetto, con naturalezza ed equilibrio. E i veri squilibrati sono quelli che vogliono un trono, o che già ce l’hanno.

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1 Nella prima serie la componente fantasy è assolutamente marginale, anche a livello geografico. Eventi magici o mostruosi avvengono quasi solo a sud o a nord dei Seven Kingdoms of Westeros.
2 Durante la prima puntata, Tyrion si rivolge a Jon Snow: “And you, you are Ned Stark’s bastard, don’t you?”
Jon fa per andarsene.
“Did I offend you? Sorry. You are the bastard, though. Let me give you some advice, bastard: never forget what you are. The rest of the world will not.”
“What the hell do you know about being a bastard?”
“All dwarfs are bastard in their fathers’ eyes.”

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